Nel dibattito pubblico si parla spesso di un cinema in crisi. Sale chiuse, presenze in calo, concorrenza dello streaming: sono argomenti ricorrenti, rilanciati da media e istituzioni. Tuttavia, questo racconto riflette anche una logica funzionale: prospettare un settore fragile può rafforzare il posizionamento negoziale e agevolare l’accesso a misure di sostegno. In realtà, i dati restituiscono un quadro ben diverso da quello percepito.
Secondo le rilevazioni SIAE, nel 2023 si sono registrati 74,1 milioni di presenze in sala, con 4.961 schermi attivi. Nel 1990, per confronto, gli schermi erano 3.293 e la media triennale delle presenze (1990–1992) raggiungeva 87,6 milioni. Inoltre, nel primo trimestre del 2025, i dati Cinetel – che coprono circa il 94% dell’intera offerta – mostrano un incremento di 5,2 milioni di spettatori rispetto allo stesso periodo del 2023 e di 1,3 sul 2024. Un risultato che non solo conferma la tenuta del cinema in sala, ma evidenzia una dinamica di crescita importante, soprattutto considerando che avviene in un contesto demografico strutturalmente meno favorevole.
Parallelamente ai cambiamenti quantitativi, negli ultimi trent’anni si è trasformata profondamente anche la struttura demografica della popolazione italiana. Le fasce d’età più propense a frequentare le sale si sono ridotte in termini assoluti, mentre sono cresciute le classi anagrafiche meno coinvolte nel consumo cinematografico. Questo ha reso la domanda potenziale più selettiva. Nel medesimo arco di tempo, l’universo dell’intrattenimento domestico ha conosciuto una progressiva stratificazione: con il proliferare della TV lineare – pubblica e privata – del satellitare, del videoregistratore, del noleggio home video, del supporto fisico, fino all’affermazione dello streaming digitale.
Nonostante questo scenario competitivo, il cinema ha rafforzato la propria capacità attrattiva, confermandosi come luogo centrale di fruizione collettiva.
Questa crescita, tuttavia, non si è distribuita in modo uniforme sul territorio. Nel percepito collettivo, le trasformazioni più evidenti hanno coinvolto principalmente le sale storiche dei centri urbani, spesso associate a chiusure o ridimensionamenti. Questi contesti sono oggi penalizzati da una contrazione demografica e da una riduzione della mobilità attrattiva. In passato, chi viveva in periferia era portato a spostarsi verso il centro per fruire dell’offerta culturale; oggi, invece, trova questa stessa offerta direttamente sul territorio, grazie a una rete capillare di multisale moderne spesso integrate nei poli commerciali. Questo fenomeno ha comportato un fisiologico ridimensionamento dei bacini di utenza nei centri città e una parallela crescita nelle aree di nuova urbanizzazione: non una contrazione complessiva del mercato, dunque, ma una sua riallocazione geografica.
A confermare questa evoluzione non c’è solo l’incremento delle presenze, ma anche il significativo aumento della durata media dei film. Se negli anni ’90 i film duravano mediamente 105–110 minuti, nel 2023 i dieci titoli più visti hanno raggiunto una durata media di 143 minuti. In un’epoca caratterizzata dalla frammentazione dell’attenzione, la disponibilità del pubblico a trascorrere più tempo in sala sottolinea il valore unico del cinema come spazio di immersione e coinvolgimento narrativo prolungato.
La capacità di adattamento e ridefinizione dimostrata dal settore emerge chiaramente anche dai recenti record di incasso al box office, registrati sia da titoli italiani sia internazionali. Quando l’offerta cinematografica è forte e rilevante, il pubblico risponde con decisione.
Questa dinamica positiva ha implicazioni rilevanti anche nel mondo della comunicazione commerciale. In un ecosistema dominato da contenuti digitali veloci e attenzione frammentata, il cinema offre un’esperienza concentrata, condivisa e ad alta intensità emotiva. La coerenza tra contenuti narrativi e target attivi rende la sala un ambiente fertile per le strategie di marca. Più che inseguire il pubblico, il cinema dimostra di saperlo attrarre efficacemente, affermandosi oggi come un mezzo particolarmente interessante per le strategie di comunicazione.