Young‑Family: la geografia reale dietro il luogo comune “multiplex = famiglie”

Negli ultimi due anni la distribuzione stagionale delle presenze in sala ha subìto una torsione rilevante. L’estate (giugno‑agosto) registra un +46 % rispetto al benchmark 2017‑2019, mentre il quadrimestre febbraio‑maggio procede con maggiore lentezza. Non si tratta soltanto di un effetto di calendario: il pubblico over 60, storicamente assiduo nei mesi freddi, rientra con prudenza; l’audience complessiva si ringiovanisce e adotta comportamenti più “last‑minute”, preferendo sale percepite come luoghi ad alto valore esperienziale.

A partire da questa premessa emergono tre driver – riscontrati da ricerche internazionali sui consumi culturali e sulle nuove tendenze di marketing – che spiegano perché le strutture di piccole dimensioni, come monosale e miniplex urbani, risultino oggi particolarmente attrattive per il target young‑family:

  1. Prossimità territoriale. Le indagini mostrano una correlazione diretta tra distanza ridotta e probabilità di visita: la sala “sotto casa”, integrata nel percorso quotidiano, abbassa la soglia decisionale e attira soprattutto la fascia under 35.
  2. Personalità del luogo. Circa due terzi dei consumatori dichiarano di preferire brand o spazi culturali con un’identità riconoscibile e un’offerta personalizzata. Le piccole sale, grazie a programmazioni evento e a uno staff facilmente identificabile, soddisfano quest’attesa meglio dei grandi complessi standardizzati.
  3. Rivalutazione dei formati comunitari. La crescita dei cinema di quartiere, dei film club e delle rassegne itineranti segnala una domanda di visioni condivise in ambienti intimi e curati. L’esperienza “di vicinato” viene percepita come più autentica e socialmente gratificante rispetto all’offerta massificata dei multiplex extraurbani.

Prossimità, riconoscibilità e dimensione comunitaria fanno sì che le piccole strutture cittadine concentrino oggi una densità più elevata di pubblico young‑family, pur muovendosi su volumi inferiori a quelli dei multiplex. In altri termini, la ridotta scala operativa si trasforma in un vantaggio competitivo, perché intercetta valori di esperienza che l’audience post‑pandemica considera prioritari.

In questo contesto, aprile 2025 si rivela un case study di prima grandezza: Minecraft e Biancaneve sommano 3 milioni di ingressi su un totale mensile di 4,6 milioni (fonte Cinetel). Il confronto con la media 2017‑2019 restituisce un recupero del –25 % per le monosale per lo più nei centri cittadini e del –52 % per i multiplex pari o superiori a sette schermi, collocati per lo più in aree di cintura.

Aprile 2025 – dati Cinetel

  • Totale ingressi: 4,6 milioni
  • Ingressi da Minecraft + Biancaneve: 3,0 milioni

Recupero volumetrico vs media 2017‑2019 – dati Cinetel

  • Monosale: –25 %
  • Multiplex (≥ 7 schermi): –52 %

Il dato volumetrico, tuttavia, non dice dove si addensa il pubblico giovane. Per questo è utile la lente demografica fornita da Cinexpert (rilevazione continuativa, aprile 2025).

DOVE SI CONCENTRA DAVVERO IL TARGET 

(Valori = quota di spettatori; Δ = differenza punti a favore della monosala)

Under 24:                            52 % Monosale | 44 % Multiplex | Δ +8

Mid + Super Casual:            33 % Monosale | 26 % Multiplex | Δ +7

Status ++/+:                          40 % Monosale | 38 % Multiplex | Δ +2

Studenti:                                41 % Monosale | 39 % Multiplex | Δ +2

 

Sintesi: l’equazione “multiplex = famiglie” non regge più.

La lettura congiunta di monosale e multiplex va intesa come fotografia dei due estremi che delimitano l’intera offerta di schermi disponibile. I multiplex continuano a generare il maggior volume di presenze young‑family, ma la loro platea  porta con sé una dispersione maggiore, con effetti visibili sul CPM. Le altre tipologie, al contrario, esprimono una densità superiore sul core‑target a costi unitari più contenuti.

In un orizzonte breve (poche settimane di flight), il cinema è in grado di raggiungere praticamente il 100 % del pubblico disponibile (reach =1); tralasciare una parte dell’offerta significa, di fatto, rinunciare a contatti utili. Quando il budget non consente di coprire l’intero parco sale, la scelta che massimizza l’efficacia tende a coincidere con pacchetti che includono – in proporzioni variabili – tutte le tipologie: limitarsi ai soli multiplex, oggi, equivarrebbe a muoversi in controtendenza rispetto alle preferenze di fruizione che i dati mettono in evidenza.

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